Dove vivo

Il Cocco ai tempi del Covid-19

Dato che il Creatore mi ha dato due piedi, uno lo tengo in Italia a Montalcino nel podere Cocco di mio Padre Goivanni e l’altro in Tailandia nella casa sul fiume di mia Moglie Pim a Nakon Chai Si.

Il pellegrinaggio invernale in Tailandia, paese del Buddismo e del sorriso, è stato forzatamente sospeso nel MARZO 2020 dalla Pandemia del Covid-19. L’Italia, che era ai bordi del barato di degradazione sociale per l’ateismo dominante, i falsi idoli delle religioni asservite al potere economico e la disgregazione dei rapporti sociali, è piombata nella paura collettiva e nel “Disarmo Spirituale” brillantemente da uno dei pochi generali che imbracciò subito le armi contro i Tedeschi e i Fascisti.

Il Generale Nicola Bellomo, fucilato dagli inglesi nel 1945, descrive bene nel suo memoriale sull’Armistizio del 8 settembre 1943 il tracollo del popolo e delle forze armate. L’Armistizio di Badoglio causò la deportazione di migliaia di soldati nei Lager nazisti e la guerra civile. Esplose di sorpresa e si basò sull’equivoco della Guerra continua senza specioficare che nella notte tra l 8 e il 9 settembre i Tedeschi diventarono nemici e gli Americani alleati.

Oggi 31 marzo 2021 un Coronavirus a distanza di un anno dal suo manifestarsi ha cambiato la società mondiale e occidentale poggiandosi su un equivoco. PANDEMIA O SINDEMIA?

Toscana mia tinta di Rosso Covid.  A 600 metri di altezza sui colli più alti di Montalcino tra aria e terre pulite ascolto il vento di scirocco che porta il caldo. Dalla primavera all’autunno vivo nel vecchio podere “il Cocco“. Intorno ci sono vigneti di brunello, olivi, prati, boschi di leccio, querce e pini. Mio Padre è l’unico della famiglia ad aver conservato la sua parte di eredità dello zio Gino. Tutto il contado intorno alla Villa A Tolli era suo. Sicuramente ancora oggi passeggia per le sue terre a cavallo con il largo cappello a guardare come il tempo cambia il paesaggio. I miei figli hanno raccolto l’opportunità di vivere in campagna e portano avanti il lavoro agricolo e l’agriturismo all’insegna del rispetto della natura.

Bangkok tinta di Giallo Covid. L’inverno mi chiama nel clima equatoriale della Tailandia. Lì vivo tranquillo nel Caos di 20 milioni di persone a 30 minuti dal centro di Bangkok. Tutte le comodità sono a chilometro zero. In italia poer prendere il pane tocca fare la fila, in Tailandia no, la gente lavora e sorride quando ti parla. La mattina mi sveglio con  il canto dei galli e le melodie della moschea mussulmana poco distante dal tempio buddista. Chi mi domanda come passo il tempo rispondo: “tranquillo, studio, mi diverto, scrivo e parlo con chi mi vuole parlare”. I momenti di relax li trascorro sul fiume a Nakon ChaiSi in casa di mia Moglie.

Monastero di Tamkrabok. Questo è un posto con un significato speciale. Quando mi recai volontario nell’Ospedale da campo a nord di Puket la mia identità era offuscata dalle bassezze che subivo nel Polliclinico. Lì ho conosciuto me stesso e il monastero è diventata la mia seconda casa. Molti amici sono scomparsi ma non le loro parole, i loro sguardi e la loro energia. A Thamkrabok non sono mai solo, altri amici altre persone, in una vita che trascorre fuori dalla mia dimensione esistenziale.

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